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» Pirateria, la RIAA denuncia altre 493 persone
InternetTutti navigatori americani che condividevano file protetti da diritti d'autore nelle varie reti peer2peer

Roma, 25 mag. (Adnkronos Multimedia) - Ancora denunce della RIAA contro gli utenti che scaricano illegalmente brani musicali. L'associazione dei discografici ha intrapreso ieri ben 493 azioni legali nei confronti di altrettanti navigatori che condividevano file protetti da diritti d'autore nelle varie reti peer2peer. In una nota diramata dalla stessa RIAA (Recording Industry Association of America), si legge che il numero delle denunce e' salito quasi a quota 3000 da quando e' iniziata la campagna contro la pirateria da parte delle major discografiche statunitensi, che vedono nella condivisione illegale il motivo del crollo delle vendite dei cd audio. I quasi 500 denunciati sono tutti americani, specifica l'organizzazione, e operavano da una parte all'altra degli Stati Uniti, dal Texas all'Alabama, allo stato di New York o in California. 486 navigatori hanno scelto di pagare 3000 dollari di multa e chiudere la pratica, mentre i restanti sette hanno preferito intraprendere la strada del processo. Quest'ultima possibilita' potrebbe giocare a favore degli utenti, in quanto il metodo utilizzato dalla RIAA per richiedere il risarcimento e' stato gia' contestato in passato, con addirittura una denuncia da parte di una donna che si era vista recapitare a casa una lettera considerata piena di contenuti ''minacciosi'' utilizzati per richiedere il pagamento la multa. La RIAA infatti, prima di intentare un'azione legale, spedisce a casa del navigatore sospetto una richiesta esplicita di pagamento di una cifra decisa dalla stessa compagnia, che faccia da calmiere piuttosto che finire in un tribunale. Davanti a questa modalita', la donna si era opposta e tuttora e' in corso il processo. La RIAA utilizza una tecnologia che e' in grado di scovare l'indirizzo IP dell'utente connesso ad un server peer2peer, la rete che mette in comunicazione due persone, permettendo di scaricare i file presenti all'interno di un hard disk personale. Una volta collegati ad uno di questi server, infatti, l'indirizzo assegnato non corrisponde a quello effettivo del navigatore. Il sistema utilizzato dalla RIAA risale invece al provider del singolo utente. Nonostante si possa conoscere il fornitore della connessione, ottenere i nomi dei navigatori risulta piu' complesso, in quanto le varie leggi sulla difesa della privacy non permettono ai provider di fornire dati personali dei propri iscritti. In questo caso, la RIAA manda lettere di denuncia casualmente, senza sapere se chi la ricevera' e' effettivamente colpevole o no. Non a caso, infatti, diversi mesi fa tra i destinatari della richiesta di risarcimento era finito un settantenne americano che non possedeva un pc, ma che aveva dato i propri estremi a qualche amico o parente per effettuare una registrazione in linea.

 
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